Kashima Shinto-ryu e Aikido

Talvolta è molto difficile sapere a chi credere o cosa pensare quando quelli che dovrebbero sapere non conoscono o non vogliono dare informazioni precise. Uno di questi casi è quando ho cominciato a chiedere ad alcuni dei miei maestri circa i precedenti tecnici e le influenze storiche nello sviluppo dell’Aikido. Si ritiene che la daito-ryu jujutsu abbia fornito le basi per le tecniche disarmate, ma le tecniche con armi che si vedono generalmente sono attribuite a diverse fonti. Molte persone con cui ho parlato pensavano che il lavoro con la spada derivasse dalla Yagyu-ryu o dalla Yagyu Shinkage-ryu e che l’uso del bastone derivasse dalla Hozoin-ryu (NDR: L’autore non menziona la Muso Shinden Ryu, di Muso Gonnosuke, che da molti è considerata essere la madre del moderno Aikijo). Alcune persone pensano che tutte le tecniche dell’Aikido siano interamente una creazione del fondatore dell’arte, Morihei Ueshiba. Dopo aver cominciato a studiare il kobudo (NDR: L’Ideogramma “KO” qui utilizzato viene tradotto come “Antico”. E’ differente da quello che compone il termine “Kobudo” che indica i sistemi armati di Okinawa, dove “KO” viene tradotto come “minore”) (arti marziali classiche) ed essermi avvicinato a molti diversi koryu (scuole, stili o tradizioni delle arti marziali classiche), fui molto sorpreso nel constatare che gli esercizi d’allenamento con le armi spesso associati allo stile Ueshiba dell’Aikido erano chiaramente riconducibili alla Kashima Shinto ryu. In tutte le conversazioni con maestri e allievi anziani nei dojo d’Aikido nei quali mi ero allenato o che avevo visitato, non avevo mai sentito menzionare questo koryu; le persone con cui parlavo o ammettevano di non sapere o negavano con forza qualsiasi connessione tra le due arti.

Subito dopo essermi fatto queste domande, nel 1978/79 visitai il dojo di Koichiro Yoshikawa, 64° Maestro della Kashima Shinto-ryu. Molto gentilmente ha risposto a molte domande sulla storia e sulla tecniche del ryu. Ancor di più mi ha mostrato un registro con i nomi delle persone che erano entrate alla Kashima Shinto-ryu e avevano eseguito keppan (lett., “sigillo di sangue”, firmare il registro d’iscrizione e sigillarlo con il proprio sangue come pegno di sincerità e di serietà d’intenti) prima della II guerra mondiale. Uno dei nomi nel registro era quello di Morihei Ueshiba, insieme a quello del suo discepolo Zenzaburo Akazawa (NDR: Mentre sembrerebbe difficile trovare fonti in commercio che parlino di uno studio diretto di O-Sensei al tempio di Kashima, fonti divulgate (“Aikido no Kokoro”, tradotto in Italia come “Lo spirito dell’Aikido”, di Kisshomaru Ueshiba) non fanno segreto di come Morihei avesse raccomandato Kisshomaru, suo figlio, per studiare il Kashima Shin e di come egli stesso avesse richiesto ad un istruttore del Tempio una serie di lezioni formali per gli allievi di Aikido). Mi fu detto che molte persone del Kobukan, incluso Ueshiba, studiarono Kashima per molti anni. Quando avevo parlato dell’influenza della Kashima Shinto-ryu sull’Aikido, molti aikidoka, incluso uno degli istruttori anziani dell’Aikikai, mi assicuravano che mi sbagliavo. L’unica risposta che potevo dare loro era: a) So leggere e b) Ho letto il registro con i miei occhi. Qualche tempo dopo parlai di tutto ciò Stan Pranin, direttore di Aiki News, e da allora ha sistemato questo e molti altri dettagli inediti dell’allenamento di Morihei Ueshiba nelle arti marziali classiche e l’influenza dei vari koryu nello sviluppo dell’Aikido moderno, anche se comunque rimane ancora un enorme lavoro da fare. La Kashima Shinto-ryu è una delle tradizioni marziali più antiche del Giappone. I suoi membri la fanno risalire a seicento anni fa, a Kuniazuno Mabito, considerato lo shiso, o progenitore dell’originale Ichi no Tachi o Kashima no Tachi. Anche se alcuni fanno risalire la storia della tradizione a Tsukahara Bokuden (c. 1489), che è considerato dai membri della Shinto-ryu come il vero ryuso (fondatore), c’è una linea diretta di successione che dura da più di 500 anni.

Kuniazuno Mabito era un antenato diretto di Bokuden. Ricopriva il ruolo di guardiano, o custode, del Grande Tempio Kashima. Una delle sue responsabilità era il mantenimento della quiete e dell’ordine nel recinto del tempio. Famoso spadaccino, Mabito aveva creato un gran numero di tecniche e di metodi di allenamento e insegnava a molti studenti che servivano come guardie del tempio. I suoi discendenti erano gli Yoshikawa Urabe. Essi servivano come indovini e come custodi del tempio fornendo sicurezza armata divennero compito ereditario. Bokuden nacque in questa famiglia, diventando più tardi uno yoshi, o fu accettato come sposo nel clan Tsukahara. Ci si riferisce spesso a Bokuden come kensei. Tradotta letteralmente, la parola significa “spada santa”, ma più propriamente vuol dire lo spadaccino che ha trasceso le mere tecniche fisiche ed è penetrato nell’essenza della scherma, uno la cui arte sia imbevuta da una straordinaria dimensione spirituale. Bokuden imparò la Katori Shinto-ryu (NDR: Altre fonti, invece, fanno discendere la scuola Katori da quella Kashima) da suo padre adottivo e più tardi perfezionò le sue capacità impegnandosi musha shugyo (allenamento ascetico del guerriero), viaggiando attraverso il Giappone e allenandosi con i più abili e sapienti esponenti dei suoi tempi. Più tardi sistemò gli insegnamenti delle arti marziali dell’area di Kashima. Dopo aver ricevuto un’ispirazione divina dal Takemikazuchi-no kami, la deità del tempio Kashima, “kokoro arata ni koto ni atare” (mantenendo la mente di un principiante [fresca prospettiva; una mente aperta al cambiamento], si potrà arrivare al successo [essere in grado di confrontarsi/occuparsi di qualsiasi cosa] in tutto), Bokuden fece sue queste due caratteristiche e prese il nome del tempio per dare un nome formale al suo sistema: Kashima Shinto-ryu.

La Kashima Shinto-ryu fu formata durante lo Sengoku Jidai (età degli stati in guerra), quando l’intero paese era coinvolto in una serie guerre tra signori feudali che combattevano per il controllo militare e politico e le sue tecniche sono, naturalmente basate sull’esperienza ottenuta sul campo di battaglia e riflettono la maniera in cui si combatteva vestendo le armature che si usavano in quel periodo, domaru e gusoku yoroi. I movimenti sono diretti contro quelli che sarebbero i punti deboli o scoperti dell’armatura, particolarmente le parti interne di braccia e gambe e l’area tra la corazza e la gola . Molte tecniche comprendevano degli atemi, usando il manico o il calcio dell’arma per tramortire, ferire o immobilizzare l’avversario. I movimenti sono larghi e appaiono relativamente lenti, in tecniche studiate per il combattimento con un armatura. Le tecniche per combattere vestendo abiti quotidiani o solo minimamente protetti da un’armatura leggera furono sviluppate in seguito e sono più piccole, veloci, sottili e avevano come obiettivo molti punti del corpo dell’avversario. L’allenamento punta sulla spada ma include anche lancia e bastone. Parlando in generale, i kamae (posizione per l’inizio di un combattimento) nella Kashima Shinto-ryu sono profonde, con i piedi allargati e il corpo in qualche modo abbassato (mi wa fukaku atae). Questo offre una solida, stabile base per il movimento in campo aperto e aiuta a compiere movimenti potenti. Gli intenti, o l’atteggiamento psicologico della Kashima Shinto-ryu, sono aggressivi (kokoro wa itsumo kakari nite ari) ma il corpo si tiene con atteggiamento attento, senza brandire la spada verso l’avversario (tachi wa asaku nokoshite). Sia esponendosi leggermente per provocare un attacco che testando l’abilità fisica e lo stato mentale dell’avversario (saguriuchi), si può battere l’avversario utilizzando la sua debolezza.

La omote no tachi comprende dodici tecniche eseguite con il bokuto dritto, come indossando un’armatura. La prima di queste, ichi no tachi, è più o meno identica ad un esercizio con lo stesso nome insegnato da Morihiro Saito.Il Ni no tachi della Kashima Shinto-ryu ha molti elementi in comune con la sequenza degli allenamenti di Saito, così come il san no tachi, ma ci sono anche molte differenze.(NDR: Le differenze maggiori sono evidenti se pensiamo che l’Aikiken è un sistema sviluppato per essere un riferimento didattico alla pratica dell’Aikido disarmato. Evidenti sono gli inserimenti dei Tai Sabaki dell’Aikido, in sostituzione di posture più statiche e di linee più dirette. Inoltre non è segreto che ogni shihan di Aikido abbia introdotto delle forme di Aikiken che fossero più consone, e quindi più utili didatticamente, al loro Tai jutsu.) Credo che le differenze riflettano gli insegnamenti che Saito ricevette da Ueshiba e si devono al proposito dell’allenamento di spada dell’Aikido come opposti a quelli della scherma classica. In ogni caso è stato osservando gli omote no tachi waza della Kashima Shinto-ryu che crebbe il mio interesse per le connessioni tra le tradizioni classiche e lo sviluppo dell’Aikido.

In aggiunta agli omote no tachi, ci sono diciassette tecniche nel chu gokui. Sebbene possano essere eseguite con il bokuto, di solito si eseguono usando la fukuro shinai, una spada d’allenamento fatta di bambù. Quest’arma permette a chi si allena di sperimentare un duro allenamento con più sicurezza perché l’impatto della shinai non provoca ferite serie. La maggior parte delle tecniche comportano l’allenamento con un altro spadaccino, ma molte altre includono risposte ad attacchi di lancia e bastone. Gli kojo okui jukka no tachi sono una serie di dieci tecniche eseguite con la spada lunga e quella corta usate da sole o insieme, usando spade di metallo. Se le spade sono vere, con lame affilate l’allenamento si chiama habiki; nell’allenamento, comunque, si usano spade senza lama (mugito). Tonomono tachi è un insieme di dodici tecniche che si concentrano sugli aspetti sottili e i principi della scherma. Ci sono otto bojutsu kata, che danno allo studente della Kashima Shinto-ryu una base completa nell’uso del rokushakubo (bastone di sei piedi). La parte sojutsu (lancia) del curriculum contiene più di trenta esercizi che includono tecniche con e contro la kamayari (lancia ad uncino), con la naginata (alabarda) e anche bajo sojutsu (uso della lancia a cavallo). In totale ci sono ventisei tecniche battojutsu, o tecniche di sguainamento, che includono tecniche semplici per sguainare e colpire, battersi con più di un avversario e fronteggiare un attacco a sorpresa. Ai giorni nostri ci si allena una volta alla settimana per quasi tutto l’anno, solo in gennaio ci si allena quotidianamente. L’età del praticanti va dall’adolescenza agli ottant’anni. Come succede anche in altri ryu, si concedono licenze che certificano il grado di abilità raggiunto e il curriculum degli studi dell’arte. Il permesso di insegnare si ottiene solo dopo aver raggiunto un certo livello di competenza e solo con l’espressa autorizzazione del Maestro della scuola. Gli studenti d’Aikido interessati a sapere di più sulle radici tecniche della loro arte dovrebbero considerare l’opportunità di allenarsi in questa tradizione classica.

di Meik Skoss



6 commenti

  1. Ivano wrote:

    ci sono dei corsi di kashima shinto ryu in Italia?

  2. Fabio Branno wrote:

    No. In Italia si trova molto Katori Shinto, un piccolo gruppo di Ono Ha Itto Ryu e qualche conoscitore non autorizzato di Kashima SHIN ryu, tra cui gli allievi più vicini a Christian Tissier Shihan.
    Mi spiace…

  3. Augusto Guarino wrote:

    Aggiungerei che in alcuni gruppi di Aikido c’è una trasmissione, sempre informale, di alcuni kata del Kashima Shinden Jikishinkage Ryu (una delle tre scuole che si richiamano al tempio di Kashima), in particolare i kata di hojo detti “delle quattro stagioni”.

  4. Augusto Guarino wrote:

    Qualcuno potrebbe chiedersi cosa c’entri Jikishinkage-ryu con l’Aikido. In effetti, c’è un nesso. A quanto pare Sokaku Takeda, il maestro di Ueshiba, oltre allo stile di spada Ono-Ha Ittoryu, nel 1873 intraprese lo studio del Jikishinkage-ryu presso il dojo di Sakakibara Kenkichi, divenendone un uchi deshi (forse fino al 1876).
    Piuttosto, sarebbe interessante sapere come mai alcuni caposcuola giapponesi presenti in Italia abbiano studiato proprio questo stile.

    • Rino Bonanno wrote:

      Io personalmente non saprei dirlo!
      Nell’ambito dell’Aikikai noi lo abbiamo studiato solo con il M° IKeda ed il M° Hosokawa intendo il Jikishingake ryù in particolare HOJo ( legge di natura): primavera-estate-autunno-inverno, ma non siamo molti a praticarlo ancora.

  5. Ciao, dove trovo un elenco con le descrizioni dei kata del kashima shinto ryu che studiamo con Tissier?
    Ci sono libri o video? Nessun file?

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