Etegami a Palazzo Pitti

La Sezione Didattica del Polo Museale Fiorentino, in collaborazione con la Fondazione Italia Giappone, propone nel mese di maggio due visite speciali per famiglie nell’ambito della mostra Giappone. Terra di incanti, attualmente in corso a Palazzo Pitti.
Nei sabati 19 e 26 maggio 2012, alle ore 10.30, adulti e bambini, accompagnati da un esperto delle associazioni culturali LAILAC e IROHA, avranno la possibilità di visitare la sezione della mostra nella splendida cornice del Museo degli Argenti e l’esposizione dedicata alla pratica giapponese delle Etegami. La mostra, concessa dall’Associazione Etegami di Tokyo e dalla Fondazione Italia Giappone, è ospitata nella Cappella Palatina e aperta al pubblico dalle ore 9.30 alle 13.00 per tutta la settimana grazie alla collaborazione di Opera Laboratori Fiorentini S.p.a.- Civita Group.
Le Etegami sono cartoline dipinte dallo stesso mittente, con lo scopo di comunicare un’emozione nella persona che le riceve, talvolta accompagnate da un breve pensiero. Le famiglie vedranno una simpatica esposizione di Etegami realizzate da bambini giapponesi sul tema dell’Italia, indagato sotto vari aspetti (città, monumenti storici, musica, sport, cultura gastronomica…). La visita sarà per i bambini un’occasione per conoscere la pratica delle Etegami e per riflettere su quella che è la percezione dell’Italia nell’immaginario…dei loro coetanei  giapponesi!
Ai bambini verrà distribuito il materiale utile per creare a casa un’Etegami dedicata al Giappone o alla propria città, da inviare, per posta o per e-mail, alla Sezione Didattica. Tutte le Etegami saranno poi pubblicate sul sito del Polo Museale e i bambini diventeranno a loro volta promotori di un confronto tra Paesi e culture.
I due incontri, esclusivamente su prenotazione, sono rivolti a bambini e ragazzi da 5 a 12 anni accompagnati dai genitori. Prenotazione e visita guidata sono gratuiti, con pagamento del biglietto di ingresso al museo per i soli adulti accompagnatori, al prezzo di 10 euro. Informiamo coloro che desiderano visitare in autonomia anche le altre due sezioni della mostra, alla Galleria Palatina e alla Galleria d’Arte Moderna, che è possibile acquistare il biglietto cumulativo al prezzo di 18 euro, valido anche per la domenica successiva.
Per informazioni e prenotazioni: Sezione Didattica tel. 055 284272 (dal lunedì al venerdì, ore 9-13), e-mail didattica@polomuseale.firenze.it
 

I sette punti essenziali delle Etegami
1. Essere bravi va bene, non essere bravi va meglio
Le Etegami sono cartoline postali illustrate a mano.
Il motto delle Etegami è “essere bravi va bene, non essere bravi è meglio”.
Se il disegno è stato fatto con impegno e con sentimento non è necessario essere stati
abili. In una Etegami scritta in modo personale e con impegno si avverte la personalità
di un individuo. La cosa importante è il modo di intendere questa cartolina: l’opera
deve essere unica e originale; anche se non si è bravi è un’opera unica.
2. Non fare la brutta copia
Nelle Etegami non esiste il concetto di “ho sbagliato..!”. Quindi, ogni volta si fa sul
serio. Quando facciamo la brutta copia abbiamo l’idea di dover fare nel modo migliore
e di fare un lavoro splendido preoccupandoci di fare bella figura.
L’apparenza finisce per avere la priorità su un’opera che ci identifichi. E’ una cartolina
riuscita se mostra il volto al naturale della persona che l’ha realizzata. Le Etegami
improvvisata e senza brutta copia deve trasmettere lo stato d’animo del momento in
cui è stata scritta e ciò che si voleva esprimere in quell’attimo.
3. Disegnare dopo aver osservato bene e disegnare in grande
Le Etegami non hanno un modello imposto. Al contrario, hanno “il principio di fissare
strenuamente senza mai distogliere lo sguardo”, cioè disegnare dopo aver osservato
attentamente l’originale. Se guardiamo attentamente la frutta, la verdura, i fiori e tutte
le altre cose che sono intorno a noi, ci accorgiamo di particolari che fino ad allora non
avevamo notato.
Sulle cartoline “Etegami” suggeriamo di “disegnare in grande”. Aumentando le
dimensioni anche due o tre volte e a furia di guardare con attenzione, quasi senza
accorgersene, lo spirito di osservazione si andrà affinando. Anche se sulla cartolina non
ci sta tutto il disegno, non è un problema. La persona che guarda immaginerà a modo
suo la parte non disegnata.
4. Raffigurare una cosa sola
Alle persone che per la prima volta iniziano a disegnare una Etegami, consigliamo di
scegliere un solo soggetto. E’ necessario continuare a fissarlo senza distoglierne lo
sguardo.
5. Tracciare le linee con cura e lentamente
Quando facciamo le linee di contorno in fretta, finiamo per dimenticare di osservare
con attenzione. Se disegniamo lentamente possiamo farlo concentrandoci. Inoltre, più
si procede lentamente, più facilmente penetra il sentimento. Lo scopo di tracciare una
linea lentamente è “disegnare concentrando tutte le nostre energie nel pensare alla
persona alla quale è dedicata”. Infatti un tratto espressivo è qualcosa che appare solo
quando tracciamo un segno con tutte le nostre energie.
Quindi l’importante è disegnare concentrandosi per esprimere il proprio sentimento.
6. Spedire sempre quello che si è fatto
Spediamo sempre le Etegami che abbiamo fatto! Il senso di una cartolina non è:
quando sono diventato bravo, la spedisco; visto che non è venuta come volevo non la
spedisco! L’idea di fare uno sbaglio non appartiene alle Etegami. Quand’anche uno
pensa di aver fatto male le Etegami, visto che è stata fatta secondo la propria
personalità, questa rimane come ciò che ha fatto in quel momento. C’è un fascino
particolare in questo.
Le Etegami distribuiscono felicità. Sia le persone che le disegnano sia quelle che le
ricevono si divertono e diventano allegre. Spediamole sempre.
7. Scrivere le parole con il cuore
E’ importante che le parole a corredo del disegno siano poche e che siano scritte con
naturalezza così come sono state sentite nel proprio animo. Non bisogna preoccuparsi
se non sempre queste parole hanno relazione con le cose raffigurate.
Il bello delle Etegami è che non importa essere schiavi della rigida forma epistolare.
Non sono necessarie le forme iniziali di saluto che si trovano di solito nelle lettere.
Scriviamo con una calligrafia chiara pensando solo a chi leggerà.



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