Combattere lo stress

Combattete gli stress negativi di lunga durata
Il vissuto emozionale è un’altro notevole fattore della SUPERSALUTE, in modo particolare di invecchiamento precoce, in quanto incidente sull’armonia tra le parti del cervello dotate di facoltà decisionali, limbo e corteccia. Secondo il Canadian Institute of Stress, “i modi e i tempi dell’invecchiamento dipendono in gran parte dal comportamento e dagli atteggiamenti individuali nella vita quotidiana, soprattutto per quanto concerne appunto le situazioni di stress”! Più precisamente, da questo fattore dipendono: il livello di prestazione della macchina umana, ovvero il suo grado di efficienza, la sua capacità di godersi la vita, la sua produttività, la sua creatività, la capacità a realizzarsi pienamente, la felicità e perfino il grado di energia positiva capace di riversarsi nel gruppo sociale cui è inserita. La cura di questo fattore oltre che legittima è un dovere etico!

La relazione mente-corpo
La felicità è quindi una realtà biologica (la felicità, così come definita, sembra sia nata probabilmente all’ultimo stadio dell’evoluzione, nell’homo sapiens sapiens, con lo sviluppo della corteccia cerebrale sede dell’intelligenza). Essa cioè non dipende dallo stato di salute fisica, dall’aspetto esteriore, dai soldi, ecc. e non và confusa col piacere che è, invece, un segnale fisico di soddisfazione inviato dall’organismo alla coscienza in risposta al desiderio primario di bere, o di mangiare, o di dormire, o di fare l’amore e che dura fino al raggiungimento della sazietà. In altre parole, la forza della psiche ha una diretta influenza sulla struttura organica ovvero i fattori psicologici possono di per sè causare malattie e influenzare in modo notevole anche quelle derivanti da altre cause (si è per esempio notato che se un soggetto, allergico alle graminacee, in inverno lo si tiene al chiuso senza alcun contatto con l’allergene, può avere una risposta di tipo allergo/simile se vede fiori finti!). Un peggioramento della vita mentale e della gestione degli affetti di una persona si traducono subito in un passo verso l’infelicità e in un peggioramento organico! In ogni caso, sono gli affetti ricevuti che hanno fatto di noi quello che siamo. Ossia, il grado di integrazione mente/corpo e il livello di salute e di robustezza di una persona dipendono dalla quantità di affetto e desiderio ricevuti alla sua nascita. Viceversa, tanto meno affetto e desiderio era presente alla nascita, tanto più la persona sarà o nevrotica sul versante somatico o su quello psichico (i cofattori patogenici che determinano il rischio di malattia somatica sono: predisposizione genetica, alterazioni biochimiche acquisite, dieta e abitudini di vita a rischio, agenti patogeni e stress o reazioni emozionali. Le malattie psichiche sono le psicosi). La madre dà al bambino non solo difese immunitarie ma anche difese psicologiche. Per questo una mamma anche se in uno stato di grande sofferenza, ai fini della sopravivenza della specie, sorride sempre al suo bambino!

L’emotività è soggettiva
Quindi l’emotività è soggettiva. Ovvero, ognuno di noi la vive in maniera diversa a seconda della struttura genetica, del suo stato o profilo psicologico o stressotipo di appartenenza, della sua personalità, dell’ambiente sociale e familiare in cui è vissuto e vive, dei pregiudizi personali, dell’età, ecc. che danno luogo a una diversa produzione ormonale che modifica biologicamente l’emotività e che influenza il cervello. In altre parole, secondo lo scopritore delle stress H. Seyle, non conta quello che ti succede ma il modo in cui prendi quello che ti succede cioè, una stessa causa esterna può produrre uno stress positivo o negativo, maggiore o minore, in dipendenza della capacità maggiore o minore che si ha nel far fronte a quello che ti succede. Con l’invecchiamento, la cortisolemia è spesso fisiologicamente moderatamente elevata con conseguente difetto di controllo del sistema dello stress!

Lo stress
Ogni volta che si vive una emozione, l’organismo reagisce fisicamente, stress, per mobilitare e guidare le risorse umane interne disponibili necessarie a far fronte all’evento che l’ha generata. Fisiologicamente, la suddetta reazione, si manifesterà con la produzione di una serie di ormoni (cortisolo, adrenalina e noradrenalina) e di un tipo di energia, detta “energia da stress”, ad alto rendimento di speciale efficacia: – se lo stimolo esterno è piacevole, voluto, come può essere l’attività sessuale, una competizione, l’ispirazione, la creazione, ecc., allora l’emozione sarà una sensazione di benessere o di entusiasmo o di euforia, ecc. e lo stress conseguente sarà positivo.

La “sensazione di benessere che si ottiene da una emozione positiva è qualche cosa di molto simile a ciò che si usa chiamare vitalità, ossia il massimo di efficacia dell’energia da stress, che riduce al minimo la velocità di invecchiamento”! Il prof. Massimo Biondi, in occasione del Congresso della Società italiana di medicina psicosomatica, svoltosi a Parma nel 1998, ha rivelato che chi prova emozioni positive, come anche l’essere nella fase iniziale di un coinvolgimento affettivo, rischia meno di ammalarsi di pressione alta, colite, mal di testa, dermatiti, raffreddori ricorrenti o influenza!

- se lo stimolo esterno è spiacevole, causato dalla percezione di un pericolo o dal verificarsi di uno stato di emergenza o da uno stato di sofferenza, psichica, fisica o biologica, veri o immaginari, allora la conseguente emozione sarà di paura o di collera o di abbattimento e lo stress conseguente sarà negativo.

Lo stato emozionale negativo di breve durata
In questo caso lo stress che ne consegue è salvifico perchè serve a preparare l’organismo alla fuga o alla lotta (secondo un programma scritto nei nostri geni, in pochi millesimi di secondo, l’organismo si trasforma in una macchina da combattimento per rispondere meglio alla paura con la fuga o alla collera  con la lotta o all’abbattimento con l’inibizione dell’azione, per tentare di passare inosservati: il sangue si trasferisce dal sistema digestivo, dal pene, ecc. ai muscoli, i bronchi si dilatano, il respiro si fà più frequente per inalare più aria, l’intestino si prepara a svuotarsi per rendere il corpo più leggero, le pupille si dilatano per migliorare l’acuità visiva, aumentano la frequenza e la gittata cardiaca, si allargano le coronarie, vi è secrezione di adrenalina che fanno accumulare una grande quantità di energia non percepiti dal cervello). La mobilitazione delle difese naturali rimane inalterata. La felicità non corre alcun pericolo. Si continua ad aver voglia di camminare, di prendere aria, di fare attività fisica, di mangiare bene e meno, di respirare l’aria delle persone che si amano, si accetta il proprio corpo, ci si apre agli altri, si diventa disponibili, ecc. (anche se potrebbe ingenerarsi un comportamento inadeguato quando l’allarme che lo ha generato sia infondato: in un primo momento provoca la stessa reazione di cui sopra ma che poi non trovando sfogo, rende percepibili le trasformazioni di cui si è detto che diventano dannose, se non entra in gioco adeguatamente la coscienza che, rendendosi conto del turbamento, chiama all’azione l’intelligenza per sostituire il primo programma istintivo con quello riflessivo).

Lo stato emozionale negativo durevole, permanente, o cronico:
Se lo stimolo esterno negativo si prolunga e non entra a dominare l’intelligenza allora la paura diventa ansia e poi agitazione, la collera diventa aggressività, l’abbattimento si tramuta in depressione continua, ossessione e lo stress conseguente è dannoso perchè alla lunga la funzionalità cerebrale si disarmonizza e si diventa infelici. Si assumono droghe, alcool, medicinali. Poi iniziano a verificarsi problemi più a livello fisico, perturbazione del sonno, ricerca di situazioni iperprotettive, alterazione del ciclo mestruale, riduzione della libido, produzione di forti livelli di cortisolo appunto (che ha un effetto immunosoppressore) e quindi tutta una serie di vere malattie. Secondo Goleman, 1977, le persone che hanno sperimentato stati cronici di ansia, lunghi periodi di tristezza e pessimismo, continua tensione o costanti sentimenti di ostilità, corrono un rischio doppio di ammalarsi di patologie quali asma, artrite, emicrania, ulcera e cardiopatie. Un classico è la sindrome dello yuppie che si manifesta come una malattia influenzale con costante spossatezza, debolezza e dolori muscolari, difficoltà di concentrazione mentale, ecc.!

Piu’ in dettaglio:
- si modificano in modo permanente le funzioni metaboliche innescate dall’inizio dello stimolo, aumenta in modo stabile la pressione arteriosa, con conseguente diuresi, come reazione dell’organismo per non provocare danni, ci colpisce l’Herpes, la tachicardia, ecc.

- si sconvolgono i tassi ormonali, i livelli dei minerali e si modificano i flussi ematici (a causa del sistema integrato psiconeuroimmunoendocrino, situazioni di stress prolungato precedono sempre condizioni di aumento di rischio di malattia. La base della malattia potrebbe anche essere genetica ma sicuramente lo stress cronico, anche se lieve, è un evento scatenante specie dei tumori;

Nei mesi successivi la morte del proprio coniuge, il sopravvissuto ha una probabilità di morte del 40% superiore rispetto a quella di soggetti della stessa età e sesso!

- si intacca la funzionalità immunitaria naturale dell’organismo con frequenti influenze, allergie, ridotta attenzione nei confronti di neoplasie, ecc..

E’ il SI il primo sistema di difesa che sorveglia e mantiene il nostro benessere e che si oppone alla nostra destrutturazione da parte di altri organismi. Dopo non rimangono che le medicine! E’ accertato che stati psichici particolari possono facilitare l’accesso, l’evoluzione, anche se non proprio indurre, a una patologia oncologica!

Come combattere lo stress negativo durevole
L’inizio e lo sviluppo delle malattie, dunque, dipendono moltissimo anche da come si reagisce ai fatti che succedono nella vita (la probabilità di danni alla salute, causati dallo stress, entro i due anni successivi dall’avvenimento dei fattori di stress, può essere misurata con il test di Holmes-Rahe, mentre con il Test del Quoziente di Vitalità, si può misurare l’idoneità allo stress, che si ha dentro ciascuno di noi, costituita dalla combinazione delle caratteristiche ereditarie e del modo di vivere, con tutto ciò che l’esperienza personale ha insegnato sul modo di reagire ai diversi fattori di stress, dato dal rapporto tra la soddisfazione che si riesce a procurarsi per ogni unità di energia da stress spesa). Ciò comporta che lo stress negativo, quindi l’invecchiamento che ne consegue (invecchiamento da stress negativo), può essere combattuto, si può attenuare, si può impedire che passi dallo stato fisiologico a quello patologico, che si accumuli e diventi permanente:

- adottando un migliore stile di vita che comporti la produzione di più beta endorfine, cellule killer T nel sangue e immunoglobulina A nella saliva, che comporti esperienze psichiche o emozioni positive, che veda l’alternarsi di lavoro a divertimento e a momenti di relax, ovvero affollando la vita di stress positivi e di vitalità, ricercando il piacere (un lavoro più interessante, un nuovo hobby, una regolare ginnastica, ecc.); Il piacere, tuttavia, è una gratificazione sempre passeggera. Non deve diventare una droga che non ci permette di impegnarci nella ricerca della felicità o peggio un inganno per la coscienza per farle credere che tutto va bene!

- applicando una vera e propria terapia dipendente dallo stress o tipo di appartenenza: rilassamento, alimentazione e attività fisica, conformare il modo di vivere ai valori fondamentali, rivalutazione dell’autostima e addestramento alla meditazione rilassante, socializzazione, comunicare con gli altri ed esprimere opinioni e sentimenti.



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