Il mio aikido

Viviamo in un mondo preconfezionato!
La nostra coscienza è diventata parte di un condominio abitato solo da fantasmi. E il ”condominio” nella società civile diventa il luogo ideale per la mancanza di relazioni umane, di contatti, di comunicazione. Quando si sale in un ascensore, fateci caso: le persone non si guardano mai negli occhi, guardano in basso su un pavimento che non esiste e parlano degli argomenti più banali, fra di loro c’è gelo, c’è imbarazzo ed è una scena che si ripete senza iniziare e senza finire:” Signore e Signori! Sta entrando dentro di voi la Paura, una lady silenziosa e taciturna, un personaggio che riesce a entrare in tutti i ruoli della commedia umana! E che condiziona le persone con o senza il loro assenso!”. Poi se ci pensiamo bene, in un momento di riflessione mistica, ci viene insegnato fin da bambini a coltivare la Paura, così si forma il puzzle della nostra personalità,dopo la Paura entra il Terrore:” Signore e Signori sta entrando per chi ne abbia fatto parte la Religione Cattolica, una lady più anziana, un burattinaio ante litteram, un Don Corleone stile vecchi tempi e i mezzi più usati sono quelli più antichi: paura, paura del proprio corpo, una mancata conoscenza delle proprie capacità relazionali, e se si supera la paura si raggiunge il peccato mortale! Quando soffriamo ci viene detto: offri i tuoi dolori al signore e se gli offrissimo le nostre energie non pensate che sarebbe più contento? Da piccolo, a scuola, le suore mi dicevano: ”E’ peccato mortale che un bambino e una bambina entrino nudi in un bagno e si guardino!”. Tutto il nostro dramma ben costruito a tavolino, gioca sul fatto che presto quei due bambini diventeranno adulti: oggi sono sicuramente diventati un uomo e una donna spaventati! Ma, forse, la suora stessa, quando gli inculcava quei pensieri, sentiva la paura più forte… Nel mio percorso di crescita, però, ho conosciuto un terzo personaggio, il Terzo Incomodo direbbe Mister Edith, un divo della televisione che nella sua vita ha avuto tutto: soldi, potere, privilegi, abiti di lusso e carte di credito: tranne che il controllo sulle proprie paure! Nella mia vita il terzo personaggio si è chiamato Aikido, un’arte marziale giapponese sulla cui strada, ponte di passaggio fra la coscienza e l’incoscienza, fra la vita e il sogno, mi hanno portato i maestri Luigi e Fabio Branno, due uomini a cui va tutta la mia stima e il mio amore. Potrei continuare a scrivere che li conosco fin da bambino o che l’Aikido significhi: ”Ammaestramento delle energie sulla retta via”, ma non è solo questo. Da questi due anni, da quando ho cominciato a praticare l’Aikido, quando ho avuto nella mia vita un qualsiasi problema, la più grande o la più piccola delle tensioni, ho fatto in fretta la mia borsa, ci ho infilato dentro il kimono e poi sono sempre andato avanti, anche se le ombre e i fantasmi mi hanno sempre accompagnato… Ma ho scoperto nel dojo, il luogo dove ci alleniamo, che essi fanno parte del nostro bagaglio esistenziale, di quel cammino fisico e interiore che si chiama esistenza e a cui diamo spesso troppe spiegazioni! L’ho fatto anch’io, ma poi ho agito e con l’Aikido ho scoperto le energie sommerse che si muovono dentro di noi come i personaggi del film: ”Scarpette Rosse” (il più grande film che sia stato fatto sul significato della danza) : l’Aikido stesso è una danza interiore che ci fa camminare sul tappeto ardente della realtà. Ora queste energie le sento, le tocco con la mano, mi trascinano con disinvoltura ovunque e dovunque, le avverto dentro la mia mente e dentro il mio corpo. Il mio maestro, Fabio Branno, ripete spesso una frase che mi ha sempre colpito: ”Non ti preoccupare di pensare troppo a una tecnica: il Corpo lo sa quello che deve fare!”. Il corpo?  Ma non era quell’oggetto, quella creatura peccaminosa, che non doveva scoprire la nudità da bambino? Non è quel serbatoio che riempiamo di alimenti fino alla bulimia quando non sappiamo camminare davanti alle nostre paure? Non è quella maschera che ci portiamo dentro come nel Visconte Dimezzato di Calvino, quando la tragedia del personaggio consisteva nell’essere diviso in due parti, due metà diverse, non concilianti e fra loro sempre distanti? E quali migliori parti divise fra loro come la mente e il corpo, su di cui non solo la Chiesa, ma anche la società civile,la televisione, la moda, hanno speculato e continuano a speculare? La mente e il corpo, due mondi portati al divorzio, perché se avessimo scorto un filtro, un strada percorribile fra di loro, saremmo potuti diventare pericolosi! Avremmo potuto scoprire il movimento, avremmo potuto scoprire la nostra “Retta Via”, la nostra energia interiore (Ki). Quel tramite fra pianeti separati si chiama Aikido! Ai miei occhi, esso è una strada invisibile ma efficace, un ponte attraverso cui mente e corpo arrivano a relazionarsi, una galleria sotterranea dove si può essere felici in mezzo agli altri: senza distinzioni di sesso, di età, di forza fisica o morale. La mente e il corpo s’incontrano sulla strada di passaggio dell’Aikido verso la vita: due forme di sensibilità, due intelligenze, due pianeti di una realtà non più irraggiungibile che entrano in relazione e divengono Uno! Le tecniche di Aikido, così,  rappresentano porte che si aprono e che ci fanno entrare in un’altra dimensione, tenendoci secondo il maestro Pascal Guillemin: ”In equilibrio, nel disequilibrio!”. Mi ritorna in mente quella frase del mio maestro:” Il Corpo lo sa quello che deve fare!”. Ecco il movimento, ecco l’origine, non c’è più conflitto fra mente e corpo. Credo che ci sia un profondo legame tra Aikido e Psicoanalisi, tra due arti che fanno dell’introspezione la strada della rivelazione… Quindi ora nella mia vita, durante quella che chiamo: ”Seduta d’Aikido”, guardo finalmente le porte che si aprono, servendomi di questi due strumenti!
Si può essere felici dentro nuove dimensioni, dentro le tecniche che noi del dojo dei Salesiani a Napoli facciamo ogni settimana. Che esse riescano o meno è irrilevante, ma è essenziale che ci portino dinanzi alla retta via. “Creare il dinamismo anche in un momento di stasi” secondo il mio maestro, è un passaggio della relazione fra mente e corpo. Nel silenzio cerimoniale prima dell’inizio di una sua lezione, ci sono più suoni che a un concerto rock o dinanzi a uno zapping televisivo. Ricordate ancora la storia di Edith, il divo della televisione che aveva avuto tutto nella sua vita, tranne che il controllo sulle proprio paure? L’Aikido diventa la terapia più efficace, un percorso di crescita e di evoluzione, dove il”Visconte Dimezzato”, ovverosia la mente e il corpo,  si riconciliano dopo aver litigato per secoli e fra di loro non è più separazione, ma armonia,  movimento ed equilibrio anche nel disequilibrio!
Il passaggio dall’Aikido alla vita reale è immediato, milioni di energie ci sorreggono, si sono incontrate fra di loro durante il nostro riscaldamento, le tecniche di respirazione, il risveglio dei muscoli intorpiditi e ci tengono per mano quando ci relazioniamo col mondo, quasi fossero il nostro angelo custode. Tutto questo succede perché dentro il nostro corpo e la nostra mente siamo vivi e in contatto con le forze nascoste che abitano la natura del mondo, quelle che Freud chiamava demoni dell’abisso che osservavano divertiti il nostro spettacolo, e che si disperdono nella nostra natura in cui,  adesso, c’è movimento. E nella nostra natura non c’è più paura del disequilibrio, dei venti e delle tempeste, dei momenti di vuoto e di dolore, perché adesso abbiamo una strada sui cui poter  camminare!

Francesco Liberti



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