Kaoru Kurihara

Makoto no Michi è un movimento spirituale costituito ufficialmente in Italia nel 1996 (dopo una preparazione che inizia nel 1990) da Kaoru Kurihara – nato nel 1957 a Ibaraki – e dal leader del movimento stesso Shinmei Haghiwara, figlio del fondatore Makoto Haghiwara (1909-1981). La svolta nel cammino spirituale di Kurihara avviene durante un’esperienza mistica in Tibet nel 1988, mentre era tra la vita e la morte. In quel momento egli percepisce l’esistenza del “Mondo della Divinità” e l’importanza della propria esistenza come una parte della vita del cosmo. Quest’esperienza ha cambiato completamente la sua vita. In seguito a un’esperienza mistica che segna una svolta nel suo cammino spirituale, Kurihara inizia a praticare Misoghi (“bagno di purificazione”) quando – durante una settimana di digiuno sulla montagna – scende verso una cascata per attingere acqua; improvvisamente sente un forte bisogno di immergersi, ma non riesce a farlo perché una forza misteriosa lo respinge indietro. Ritornato sulla montagna si raccoglie in meditazione per molte ore e, al sorgere del sole, vede una luce fortissima e comprende il legame fra la sua esperienza spirituale e il bagno sotto la cascata.

Kaoru Kurihara visita l’Italia per la prima volta nel luglio del 1990 e a settembre si stabilisce a Roma come insegnante di aikido (“via dell’armonia del ki”), un’arte marziale fondata da Morihei Ueshiba (1883-1969), già membro di Oomoto. Nell’ottobre del 1990 avviene il primo Misoghi in Italia sotto la cascata di Sassinoro-Matese, in provincia di Campobasso, sotto forma di semplice esercizio personale. Nel mese successivo, nello stesso luogo, avviene il primo Misoghi “ufficiale”, con la partecipazione di pochi allievi provenienti da Roma, Bari e Campobasso. Negli anni successivi si svolgono Misoghi anche in Campania, Sicilia, Piemonte e Veneto, e il numero di allievi provenienti da tutta l’Italia per il Misoghi mensile raggiunge le cinquanta unità. Nel febbraio del 1991 giunge in Italia la famiglia di Kaoru Kurihara; nel maggio successivo si svolgono i primi esercizi di Makoto no Michi Italia e ad agosto la prima introduzione al Manate (esercizio finalizzato a produrre benefici nel corpo e nello spirito, grazie all’energia che scende da Dio attraverso i membri di Makoto no Michi) presso le Cascate del Monte Pollino.

Nel maggio 1992 giunge per la prima volta in Italia Shinmei Haghiwara, che esegue la cerimonia per la pace del mondo sulla cima del Gran Sasso e Misoghi alla cascata di Zompo lo Schioppo, riserva naturale in località Morino (L’Aquila). Nel maggio 1993 alcuni membri di Makoto no Michi Italia compiono un primo viaggio in Giappone; in questa occasione, è assegnato dalla “Scrittura automatica” a un membro di Civitanova Marche il compito di compiere “mille incensi” (cioè esercizi la cui durata è determinata dal tempo di consumo di un incenso) in un anno. Nel maggio 1994 Shinmei Haghiwara visita l’Italia con cinquanta membri giapponesi e compie cerimonie per la pace del mondo sul Gran Sasso e dentro la basilica di San Francesco ad Assisi, dopo di che – nel luglio 1995 – celebra a Tokyo il primo matrimonio fra membri di Makoto no Michi Italia e iniziano i lavori per la costruzione della sede di Makoto no Michi Italia e del dôjô (espressione giapponese che indica il luogo dove si pratica una disciplina particolare) del maestro Kurihara.

In seguito ad accuse e fraintendimenti che coinvolgono anche la moglie Mieko Kurihara e i figli, Kaoru Kurihara matura la decisione di lasciare l’aikido. Nel gennaio 1996 riceve dalla “Scrittura automatica” l’incarico di fondare a Roma una nuova arte marziale, lo Shinkido (“via del Ki del Dio della Verità”). Questa nuova arte marziale nasce in seguito all’approfondimento degli esercizi di Misoghi e dall’intuizione del principio fondamentale del Ki che scorre tra Cielo e Terra. Grazie alla guida del Ki della Divinità, l’arte marziale di Kurihara viene purificata e rinnovata e nasce, così, lo Shinkido. L’Accademia di Studio del Ki è peraltro una associazione che non coincide con Makoto no Michi, nel senso che non tutti i praticanti dell’arte marziale Shinkido sono anche membri (“allievi”) di Makoto no Michi, e del resto presso l’Accademia (la maggioranza dei cui fondatori erano allievi di Makoto no Michi) si svolgono diversi tipi di attività, fra l’altro ispirate alla Sofrologia Caycediana (marchio registrato che indica le metodiche di Alfonso Caycedo). Il 9 giugno 1996 è inaugurato il primo dôjô alla presenza del maestro Shinmei Haghiwara e della moglie Yokou. Attualmente i membri di Makoto no Michi Italia (kumite) sono circa un centinaio.

Presentando l’insegnamento di Makoto no Michi, occorre premettere che secondo i suoi dirigenti non esiste nel movimento un insegnamento assoluto, fisso nel tempo e immutabile: pertanto, anche quanto si ricava da pubblicazioni del gruppo lo rappresenta in un momento determinato nella sua storia ed è suscettibile di mutamenti. È questo uno dei motivi per cui (come avviene del resto per altri gruppi giapponesi) i membri di Makoto no Michi Italia lo percepiscono come un movimento spirituale e non come una religione, ritenendo possibile la “doppia appartenenza” a Makoto no Michi e a qualunque altra fede e religione. Secondo Makoto no Michi, l’universo – retto da leggi precise – è interamente pervaso da una forza vitale, Makoto Ookami (“Dio della verità”). Gli “allievi” del movimento cercano di sintonizzarsi con questa forza vitale dell’universo attraverso un lavoro su se stessi. Ritengono cruciale l’auto-osservazione, compito squisitamente individuale rispetto al quale il maestro, secondo l’attuale auto-presentazione del movimento, svolge piuttosto una funzione di osservazione, verifica e consiglio, che non apporta contenuti esterni al processo di crescita dell’individuo, ma ne facilita la crescita offrendo, quando necessario, un punto di riferimento e di riscontro.

Tra gli esercizi individuali e collettivi proposti a questo scopo, importanti sono una cerimonia mensile nel dôjô, che accompagna lungo tutto l’anno il mutante carattere della energie e delle stagioni, e Misoghi (esercizio di purificazione e incontro con la natura). Alla base del Misoghi c’è l’idea che l’impurità allontana l’uomo dagli altri e da Dio, mentre la purezza rituale ed esteriore ricostituisce l’armonia perduta. In questa prospettiva il rito esteriore è sempre indissolubilmente legato alla condizione spirituale interiore di chi lo compie. L’atto di purificazione è concentrazione, coraggio e sincerità (Makoto), considerati come perfetta aderenza fra pensiero e azione. Gli “allievi” recitano le parole prescritte in giapponese, invocando Makoto Ookami come Dio centrale del Cosmo, per realizzare alcuni obiettivi: intensificare l’unione fra loro e divenire “acqua abbondante” in questo mondo disordinato; scoprire ogni giorno con sensibilità la cosa più importante; vincere il “tifone”; ottenere le guarigioni; individuare la propria meta e il modo in cui è possibile superare le difficoltà; realizzare la pace anzitutto nel proprio contesto personale e quindi nel mondo, obiettivo in cui si riassumono il significato e il destino di Makoto no Michi Italia.

Poiché si sta avvicinando un insieme di cataclismi a livello planetario, Makoto no Michi deve difendere questa Terra con i suoi abitanti superando le frontiere, le differenze di razza, di lingua e nazionalità. Secondo gli insegnamenti di Makoto no Michi, le cinque grandi religioni – buddhismo, taoismo, confucianesimo, cristianesimo e Islam – hanno trasmesso insegnamenti di fede che non si sono realizzati pienamente poiché hanno solo fatto intravedere la pienezza della luce spirituale, in quanto i “cinque Santi”, fondatori delle grandi religioni hanno voluto salvare le persone che soffrivano (seguendo il Dio della verità) adattandosi alle condizioni sociali dell’epoca. Oggi, invece, è importante riscoprire il mondo degli istinti e della emozione in cui Dio è nascosto, da sempre soffocato dalla religione e dalla morale a vantaggio della componente razionale dell’uomo.

La chiave per raggiungere questo obiettivo è la preghiera in quanto parola che riproduce le vibrazioni spirituali e diviene “suono dello spirito”. Poiché la parola (vibrazione) è materia in potenza, essa ha il potere di ricreare ciò che esiste e trasformare la materia. Gli uomini possono imitare il suono di tutto ciò che esiste nell’universo, e attraverso il kotodama (“spirito della parola”, una nozione assai comune nella tradizione giapponese in genere, e non priva di analogie in altre tradizioni) si può comunicare con l’energia della natura, cioè con Dio. Questo potere della parola, purtroppo perduto, si riacquista intensificando i desideri, con fede, in un cuore purificato. Allora l’individualità scompare e ogni persona diviene vibrazione dello spirito che risuona insieme a tutti gli spiriti del cosmo.

Il simbolo di Makoto no Michi (adottato anche dall’Accademia di Studio del Ki) è un punto al centro di una circonferenza: esso rappresenta Dio, l’universo, l’uomo, la vita e la morte, l’amore, la passione, il dolore, uniti in una sorta di supremo archetipo di tutto ciò che vive; il punto è un ente geometrico che si può solo intuire e non ha forma e dimensioni, e indica il principio inteso come inizio e come legge che governa ogni manifestazione, mentre la circonferenza – intesa come rotazione – rappresenta la manifestazione di questo principio e il continuo mutamento ciclico delle cose: fra i due elementi (punto e circonferenza) esiste l’energia che materializza e quindi crea tutto ciò che è concepibile nel cosmo. Questi tre elementi sono fra loro indissolubilmente uniti, poiché nessuna circonferenza può esistere senza il suo centro e l’azione energetica. Essi possono essere considerati come la figura del cosmo, cioè tutto quello che esiste materialmente nello spazio (simboleggiato dalla circonferenza), l’energia che crea (spazio fra i due elementi) e la legge assoluta che trasforma l’energia (il punto centrale); possono anche essere considerati come il corpo, la mente e lo spirito.

Il Misoghi ha frequenza mensile e si svolge con una preghiera comune, seguita dall’offerta di cibi e vino alla divinità della cascata e dal bagno di purificazione che il movimento presenta come “un modo di mostrare il cuore degli uomini”. Vi partecipano famiglie con bambini anche in tenerissima età, che sono bagnati dai loro genitori o dal maestro. Molteplici sono le cascate utilizzate in Italia allo scopo (la principale si trova nella citata riserva naturale di Zompo lo Schioppo); può essere usata anche l’acqua del mare o di un lago. La consapevolezza dell’importanza di Misoghi spinge ogni allievo di Makoto no Michi a essere puntuale e ad aiutare gli altri nel momento del “bagno di purificazione”. Quindi il Misoghi, afferma Makoto no Michi, è pure entrata nella natura, riconoscimento da parte dell’uomo della sua appartenenza a essa: Misoghi, se condotto con rispetto e coraggio, è anche accettazione dell’uomo da parte della natura, con la conseguente ricezione di nuova energia non solo per se stessi ma anche per la sfera sociale e familiare di chi lo pratica.

Man mano che si procede, caricandosi così dell’energia della natura, aumenta la capacità di Manate (“mano del cuore della verità”), inteso come capacità di guarigione diretta a se stessi e agli altri e presentata come capacità non mistica, ma naturale. Un alto tipo di pratica è costituita da esercizi di preghiera, in cui aumenta la concentrazione e la capacità di sintonia con la natura, cioè con Dio. Infatti da soli o in gruppo gli allievi di Makoto no Michi eseguono delle cerimonie nelle quali pregano, creando secondo il movimento una condizione di energia sonora positiva per entrare in sintonia con l’energia dell’universo. Da questa sintonia nascono, afferma Makoto no Michi, effetti che influiscono positivamente sui partecipanti e che si allargano, come le onde provocate da un sasso lanciato nello stagno, a tutta la Terra. Queste cerimonie, così, sono periodicamente eseguite anche per dare un contributo alla costruzione della pace nel mondo.

La vita del kumite, il suo nuovo nome, la sua missione nel gruppo e il modo per realizzarla sono rivelati attraverso la “Scrittura automatica”, trasmessa ai membri del gruppo che ne fanno richiesta attraverso il maestro. Anche le abitazioni dei membri del gruppo dovrebbero preferibilmente rispondere a determinate caratteristiche e sarebbe auspicabile che gli oggetti e i locali occupassero posizioni d’orientamento prestabilite onde evitare che malattie o eventi spiacevoli colpiscano le persone che vi abitano. Nel giorno dell’inaugurazione del dôjô, la “Scrittura automatica” ricevuta davanti all’altare svela anche il nome del tempio italiano, centro di Makoto no Michi nell’Occidente: Inomiya Dôjô (espressione che significa “Centro d’Italia”); una realtà che va difesa e salvaguardata anche come centro di preghiera per la pace.

Nel 1997 la “Scrittura automatica” ha anche incaricato i membri italiani di Makoto no Michi di costruire il Tempio della Luna per pregare per la pace nel mondo e placare le energie negative che minacciano l’esistenza dell’umanità. Il luogo adatto alla costruzione del Tempio è Assisi, città particolarmente cara ai membri del gruppo perché fin dalla sua fondazione la “Scrittura automatica” ha rivelato l’esistenza di un legame spirituale fra la vita di Makoto no Michi e la città di san Francesco (1181-1226); gli spiriti-guida di alcuni kumite, infatti, sarebbero vissuti al tempo di san Francesco, considerato uno degli Spiriti Guida del mondo. Makoto no Michi insegna la presenza degli spiriti-guida di ogni uomo, che lavorano ininterrottamente insieme a ciascuno. Il Tempio della Luna, costruito ad Assisi, è stato inaugurato nel 2002.

Lo Shinkido, come accennato, origina da “allievi” di Makoto no Michi, ma è praticato anche da molte persone che non ne fanno parte e si basa su principi che hanno la loro ragion d’essere anche nella vita quotidiana e si affermano basati su leggi naturali e fisiologiche. I membri di Makoto no Michi percepiscono lo Shinkido come lezione di equilibrio. Quando si verifica uno squilibrio troppo grande tra forze (per esempio fra umanità sofferente e non sofferente) è necessario ristabilire l’equilibrio iniziale. È a questo fine che potrebbe verificarsi il citato evento del “grande tifone”, che travolge ogni cosa. L’“ultimo tifone” (raruro no arashi), considerato imminente, non ha il senso teologico del giudizio universale della tradizione giudeo-cristiana; è l’insieme di cataclismi a livello planetario che rappresenterà la risposta del cosmo alle azioni degli uomini, nonché un “lavoro di selezione da parte di Dio” (una parte dell’umanità, infatti, non lo supererà: ma se “la gente si rivolge a Dio si aprirà una strada”).

Il pericolo della Terra è dunque quello di scomparire, e i tre anni successivi al 1998 erano stati indicati dal maestro Kurihara come l’inizio del tempo di “avvicinamento all’ultimo giudizio”; ma i membri di Makoto no Michi – assistiti da migliaia di antenati, parenti e spiriti-guida – possono allungare la vita della Terra e diminuire l’impatto dell’“ultimo tifone”, fungendo da “guida” per l’umanità e accrescendo il numero di coloro che possiedono questa consapevolezza, in modo da diminuire la potenza dell’energia negativa. Il fatto che qualcuno sia già consapevole del pericolo che incombe è frutto dell’azione dell’energia positiva di Riujin, l’origine di tutte le energie di movimento. La parola Riujin significa dragone o serpente, ma l’espressione è intesa in senso simbolico e indica la fede che permette di rispettare l’onda dei movimenti energetici. Facendo l’esercizio di Riujin kogyo, preghiera di alto livello, si può ricevere il Ki di Riujin, cioè l’energia onnipresente nel cosmo, per cambiare se stessi e gli altri.

B: Makoto no Michi Italia ha pubblicato dal 1996 la rivista Yuniwa (“Giardino pulito”). Ulteriori notizie sugli insegnamenti di Kaoru Kurihara e le attività dei membri di Makoto no Michi si trovano nell’opuscolo del Maestro Kurihara, Il Misoghi del Cuore, pubblicazione interna, 2003.

prelevato da: http://www.cesnur.org/religioni_italia/g/giappone_05.htm

Il Maestro K. Kurihara è stato un responsabile didattico dell’Aikido, ha scritto una lettera aperta all’Aikikai d’Italia dove parla di quel che è successo e del suo cammino che poi l’ha portato a fondare lo Shinkido:  http://www.shinkido.org/aikinomichi.htm

clicca per leggere la discussione nata sul maestro Kurihara



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